L'Italia cittadina e borghese degli anni Trenta si incontra e si confronta con quella rurale a tavola nel film più corale di Pupi Avati. L'occasione è il fidanzamento di due ragazzi che, secondo la tradizione ancora viva in questi anni, dev'essere celebrato con un grande pranzo di venti portate. Lui, Angelo, viene da Bologna mentre lei, Silvia, abita con la famiglia nelle campagne di Porretta Terme. Il sontuoso banchetto si consuma nel casolare della famiglia di Silvia, ed è molto più di un infinito susseguirsi di pietanze: è un modo per mettere l'una di fronte all'altra, due Italie che convivono - e si intrecciano, come accade grazie ad Angelo e Silvia - sullo stesso suolo, divise più dalla diffidenza che da qualche pur profonda differenza.